Sconto librerie più pesante sotto 300mila euro di fatturato

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Via libera al credito d’imposta per le librerie al dettaglio, che consente di coprire in parte (o anche completamente) le spese sostenute per gli affitti dei locali, l’Imu, la Tasi, la Tari, l’imposta sulla pubblicità, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, i contributi Inps dei dipendenti e anche le spese per il mutuo (in questo caso, dovrebbero essere agevolati solo gli interessi e gli oneri di istruttoria). È stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 7 giugno 2018 n. 130 il decreto 23 aprile 2018, che dovrebbe contenere un errore materiale sulla percentuale del credito d’imposta da applicare alle spese da parte degli esercenti che, nell’anno precedente, hanno avuto un fatturato da vendita compreso tra 600mila e 900mila euro: il testo indica il 75%, ma la percentuale dovrebbe essere del 50 per cento.Possono beneficiare del bonus i soggetti che vendono al dettaglio libri in esercizi specializzati, con codice Ateco principale 47.61 o 47.79.1, con sede legale nello Spazio economico europeo e solo se vengono tassati in Italia. Inoltre, è necessario che nell’anno precedente abbiano avuto ricavi derivanti da cessione di libri pari ad almeno il 70% dei ricavi complessivamente dichiarati. Il credito d’imposta è pari ad una percentuale (variabile e inversamente proporzionale al fatturato) delle spese sostenute, nell’anno precedente la richiesta dell’incentivo, per ciascun punto vendita, per l’Imu (importo massimo di costo da considerare per il calcolo di 3mila euro), per la Tasi (importo massimo di 500 euro), per la Tari (1.500 euro), per l’imposta sulla pubblicità (1.500 euro), per la tassa per l’occupazione di suolo pubblico (mille euro), per le spese di locazione, al netto dell’Iva, dei locali dove si svolge l’attività di vendita di libri al dettaglio (8mila euro), per i contributi previdenziali e assistenziali per il personale dipendente (8mila euro) e per le «spese per mutuo» dei suddetti locali (3mila euro). Per quest’ultima voce, dovrà essere chiarito se sono costi agevolati solo gli interessi passivi e gli oneri di istruttoria o anche la quota capitale delle relative rate del mutuo, considerando che solo le prime due componenti sono costi. Una volta sommate le suddette spese (dell’anno precedente), il credito d’imposta è pari al 100% di queste spese se nell’anno precedente il fatturato dalla vendita di libri è stato inferiore a 300mila euro, al 75% delle suddette spese se è stato compreso tra 300mila euro e 600mila euro, al 50% se è stato compreso tra 600mila euro e 900mila euro (qui c’è errore materiale) e al 25% se è stato superiore a 900mila euro. La richiesta del credito d’imposta va effettuata entro il 30 settembre di ogni anno alla Direzione generale biblioteche e istituti culturali del ministero dei Beni culturali, utilizzando gli appositi modelli che saranno predisposti entro il 7 luglio 2018. Il credito potrà essere utilizzato solo in compensazione in F24, che dovrà essere inviato per il pagamento solo tramite Entratel o Fisconline, a decorrere dal decimo giorno lavorativo del mese successivo a quello in cui la Direzione ha comunicato il credito spettante.

 

Approfondimento dello Studio De Stefani all’articolo di Luca De Stefani su Il Sole 24 Ore del 9 giugno 2018

 

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